Gioco quindi sono!
- Educazione 0/6
- 17 feb 2019
- Tempo di lettura: 3 min

di Maria Teresa Guerrisi educatrice e titolare del nido di infanzia La Monelleria di Carignano
Giòco (letter. giuòco) s. m. [lat. iŏcus «scherzo, burla», poi «gioco»] (pl. -chi). – 1. a.Qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive (Treccani).
L’adulto ha il compito di sostenere il bambino nel suo percorso di crescita, lo accompagna, lo sostiene, gli fornisce la dovuta sicurezza, il messaggio implicito che un adulto dovrebbe comunicare è : “io sono qui, ci sono per te” anche nei momenti di gioco autonomo.
Già nei primi mesi di vita del bambino vengono messi in atto rituali ludici dalla mamma o da chi si prende cura di lui: il contatto, la dolcezza dei gesti e delle parole aprono scenari di gioco che lo accompagneranno per molto tempo.
Il gioco è come il bambino RAPPRESENTA la realtà, è il suo mondo interiore che si svela, è la palestra in cui allena le proprie competenze sociali, cognitive, linguistiche, per questo motivo osservare un bambino che gioca è un momento privilegiato per l’adulto.
Successivamente diviene INTERPRETAZIONE della realtà, pertanto dare la possibilità di giocare significa consentire al bambino la più elevata possibilità di apprendimento.
I materiali di gioco sono importanti, il consiglio è di prediligere quelli destrutturati, di recupero e di uso quotidiano: il bambino può afferrare, manipolare fare le prime scoperte e osservare l’esito delle prime azioni sugli oggetti, e non per ultimo sviluppare la propria creatività. I giochi strutturati tendenzialmente forniscono meno stimoli, danno sempre le stesse risposte, accade infatti spesso a fronte di costosissimi elementi di gioco il bambino si stanchi presto e li metta da parte per porre la propria attenzione su coperchi, pentole, mestoli, oggetti che noi adulti spesso riteniamo poco adatti e che invece rappresentano una risorsa enorme.
Attraverso l’esperienza di gioco il bambino, esprime anche le proprie tensioni emotive, basti pensare alla manipolazione dell’argilla o della plastilina dove sminuzza, separa, talvolta lancia il materiale, è quello il momento in cui il bambino fa fronte anche alle proprie istanze aggressive senza però che queste risultino un atto definitivo.
Il materiale si trasforma nelle sue mani, tuttavia può sempre riprendere la forma originale, come ad esempio accade durante la separazione dalla mamma quando si inizia il nido: ci si separa per un po’ per poi ricongiungersi.
Il gioco quindi ha anche un forte valore simbolico per quanto riguarda gli aspetti emotivi della crescita, aiuta il bambino a superare anche momenti di criticità.
Attorno ai due anni il bambino inizia a fare finta di, è questo il momento in cui appare il gioco simbolico.
È il momento in cui evoca persone, rappresenta oggetti, ruoli familiari, in questo periodo sviluppa capacità decisionali, interpreta e consolida le regole sociali e i contenuti affettivi, esercita i valori della propria cultura.
L’ambiente nel gioco simbolico è fondamentale: attrezzare contesti di vita reale evitando le miniature (forchettine e piattini di plastica, etc.) e tentare di rendere l’ambiente a misura di bambino quanto più possibile vicino alla realtà.
Giocare significa apprendere, acquisire sicurezza, imparare le regole sociali, costruire alleanze con i pari, andare oltre al proprio egocentrismo infantile, acquisire competenze cognitive, conoscere la legge causa-effetto, il bambino durante il gioco esprime contenuti emotivi ed impara a gestire il conflitto, durante il gioco infatti si creano rotture con l’altro per poi riavvicinarsi come in ogni relazione umana.
Permettiamo ai bambini di giocare, ricordiamo sempre che osservare un bambino che gioca per noi adulti rappresenta un momento di conoscenza del bambino stesso in cui possiamo cogliere le sue altezze ed eventuali difficoltà.
Bibliografia di riferimento:
Pedagogia al nido, sentimenti e relazioni di R. Bosi edizioni Carocci Faber
Materie intelligenti a cura di Monica Guerra edizioni Junior
Giochi ed esperimenti al nido di Cardo, Vila, Vega edizioni Erikson
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