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E il bambino dove lo metto? Le scelte, quelle importanti.

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    Educazione 0/6
  • 21 gen 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

di Chiara Donà, mamma lavoratrice.


La maternità è una grazia di Dio.

Se si riesce a vivere la gravidanza in maniera fisiologica la donna può tranquillamente continuare a fare la vita di sempre.

Può lavorare, studiare, praticare sport, con la "sola" differenza di avere uno o più bimbi nel grembo.

E in quei mesi sogna, sogna come sarà la sua creatura, cosa diventerà, se la farà dormire o sarà come quella iena dell'amichetto. I mesi che anticipano il parto e quelli immediatamente a seguire, per quanto stancanti, sono sicuramente mesi di sogni e fantasie.

Poi soprattutto per chi lavora arriva il momento di pensare al ritorno al lavoro e qui arrivano le ansie e le preoccupazioni. Inizia un sondaggio su Facebook se sia meglio la tata, la tagesmutter, i nonni o il nido.

Da mamma di due bimbe andate al nido posso dire di essere contenta e soddisfatta della scelta che ho fatto.

Le mie figlie sono state con nonni e tata fino all'anno circa. Ho preferito così perchè mi sembravano piccole per essere inserite prima in struttura.

I bimbi però sono contenti di frequentare loro simili, hanno bisogno di interazioni diverse, di esplorare e di sperimentare un distacco.

Il distacco è sempre più difficile per la mamma che per il bimbo/a.

Chi manderà il proprio bimbo al nido sappia già che una volta accompagnato e chiusa la porta, con voi fuori e lui/lei dentro rimarrete li un tempo imprecisato.

Il cuore si fermerà qualche battito e vi sentirete tremendamente in colpa.

Proverete quel sentimento per il quale voi siete mamme inadeguateche lasciano il figlio piangente in asilo per andare al lavoro.

I primi tempi penserete al lavoro quando siete a casa e alla famiglia quando vi trovate al lavoro, scindere i due mondi non sarà semplice ma troverete il modo.

Sarete tentate di trovare mille difetti alle educatrici e al nido, vi porrete mille domande e altrettante ve le faranno i nonni.

Ma poi con il passare dei giorni tutto cambierà.

C'è un MA, cambierà se la scelta che avete fatto, se il nido che avete scelto si presenta all'altezza della situazione. Come valutarlo questo?

Da mamma bis posso darvi alcuni spunti, suggerirvi alcune domande che potete rivolgere alla stutttura che sceglierete:

-rapporto numerico: quante insegnanti in rapporto al numero dei bambini?

- le educatrici sono addestrate a fare la manovra antisoffocamento? Possiedono un attestato di primo soccorso pediatrico?

-come avviene la giornata al nido?

- ci sono spazi esterni? Sono previste uscite? Se si come vengono gestite?

- i pasti sono cucinati all'interno o sono veicolati?

- come avviene l'ambientamento/inserimento?

- sono previsi colloqui con le educatrici per capire come si trova il bimbo, se ci sono settori nei quali può servire maggiore collaborazione genitori/educatori?

- quali attività vengono proposte?

- avete un calendario aggiornato per capire in anticipo eventuali chiusure?

- se avete un bambino con problematiche di salute o particolati allergie chiedete come viene gestita una situazione del genere.

- avete un coordinatore didattico e una psicologa/psicoterapeuta? Perchè questa domanda? Giudico importante che ci sia qualcuno che monitora lo stato emotivo degli insegnanti.

Non sono a favore delle telecamere negli asili ma sono assolutamente convinta che ci voglia una figura super partes in grado di verificare lo stato mentale degli educatori. Lo sappiamo tutti, avere a che fare tutto il giorno con magari 30 bambini non è semplice.

I pianti, i capricci possono sfinire.

Il fatto che un'insegnante possa sfogarsi e aprirsi di fronte a un adulto che lo comprende ritengo sia importantissimo.

Potete anche considerare i feedback avuti da amiche e conoscenti, ma per ultimo scegliete con il cuore e con la pancia.

E quando il votro bimbo sarà inserito, una volta che voi avete fatto pace con la vostra coscienza, sarete felici.

Io sono felice. Le mie due bimbe sono sempre andate molto volentieri. La piccola, ora ha quasi due anni, è entrata che ne aveva poco più di uno.

All'inizio qualche pianto se l'è fatto, sono uscita più di una volta con lei che mi stringeva la gamba per non farmi andar via.

Ora devo insistere per farmi salutare. Entra, cambiamo le scarpe e poi via, pronta a giocare con i suoi amichetti.

Per noi è la seconda casa.

Conosco bene le educatrici, so quali sono le attività che fanno, so che se mia figlia ha bisogno di un abbraccio saranno pronte a darglielo...anche se conoscendo il mio pollo più probabilmente chiederà un biscotto!

Tutto questo per dirvi di fare la scelta che più vi aiuta a livello emotivo e organizzativo. Non tralasciate però la considerazione che i bimbi stanno bene con i bimbi!




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